
MA CHE BELLA GIORNATA:le montagne proibite del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise
E' proibito svegliarsi la mattina senza sapere che fare
E’ la luce del mattino a suggerire le intenzioni. Precipitazioni nel tardo pomeriggio, la nube che coprirà la vetta, la montagna che si negherà alla luce, un vento forte, ma anche temperature generose che non perdoneranno di non aver confidato in un giorno di solstizio che per longevità non può se non concedere entrambe le previsioni.
Nebbia o nuvole. Quante volte una nube si confonde alla nebbia
E nel vallone ancora indugia la nebbia quando la luce sovrasta le Gole del Melfa. Si sale da Settefrati a Fonte Canari, luogo di partenza per l'escursione di oggi. Imbocco il sentiero O8 che prosegue poi in direzione Nord (sentiero F5) passando per Macchia Marina e attraverso la Fondillo di Settefrati.
E lungo il sentiero O8 ancora quel rifugio. Era dicembre. Un anno e mezzo fa. E di quella Rocca Altiera mi scervellavo per capirne l’esatta collocazione,
e quali versanti mostrasse a quella valle e quali no. Perché a volte dimentichiamo che solo una visione dall’alto pone ordine.
E di nuovo il rifugio Valle Fischia ma oggi è a nuovo. Vestito di un bianco RIpulito.
Sarà un gran giorno. Un ventaglio di possibilità escursionistiche
Un territorio di nessuno, lontano da montagne blasonate. Rocca Altiera (2.018 m) e Monte Bellaveduta (2.061 m) sono le montagne meno frequentate del nostro Appennino laziale-abruzzese. Lo penso e così ci torno per la seconda, terza, forse per la quarta volta, in questo giorno d’estate, il primo. Un’escursione pensata per muovere passi lenti fino a sera.
La parte nascosta del Parco
La cresta delle Gravare, a oltre 1.900 metri, mostra la parte nascosta del Parco d’Abruzzo. E’ dalla sua sommità che a colpo d’occhio, ne basta davvero uno soltanto, si lasciano ammirare Val Fondillo, monte Marsicano, Balzo della Chiesa, monte Capraro, Forca Resuni, il monte Petroso e un lungo crinale fino alla Meta. E che crinale.
Serra delle Gravare è confine fisico tra le regioni di Lazio e Abruzzo e gode di un panorama unico su alcune delle montagne proibite del nostro Parco.
L’inconoscibilità di una grande bellezza
Crollano castelli. E perché forse di certezze non dovremmo mai averne. Eppure non era stato forse l'anello sulle Mainarde, o Passo Cavuto innevato, a consegnarmi al più bel luogo del Parco. O forse non c’è un luogo più bello, ma solo attimi colti di sparuta bellezza. Ma che bella giornata.
From pain to power: perché le emozioni non falliscono
Il cambiamento è immediato e involontario quando, finalmente, scorgiamo Serra delle Gravare, che mostra l’accesso alla Val Fondillo dal versante laziale; e poi il Rifugio di Forca Resuni da nuova prospettiva ancora una volta, e una lunga cresta che si snoda fino a monte Irto.
E ora sento fame di metafore perché viaggiare leggeri è facile solo a dirsi. E uno zaino, anche in montagna, si fa carico di tutto. Svuoto le tasche lungo il sentiero. Lascio spazio a nuovi appetiti o forse solo a vuoti.
Proseguendo verso il Valico delle Portelle la vista si apre sul versante nord di Rocca Altiera e del monte Bellaveduta. Il sentiero si inerpica fin su, in luoghi familiari e assai vicini.
Mi attordo sulla vetta fino a quando il fianco del Bellaveduta non mi riconsegna al frinire delle cicale in località Casalorda. E sul finale ecco il temporale.